La fotografia è da sempre un punto d’incontro tra l’arte e la scienza. L’evoluzione tecnologica ha accompagnato la storia della fotografia fin dalle sue origini: dal dagherrotipo alla reflex digitale, dal banco ottico al drone, ogni innovazione ha trasformato il modo di vedere, catturare e raccontare la realtà. Oggi ci troviamo davanti a un nuovo punto di svolta: l’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA), dallo scatto all’elaborazione, fino alla generazione di immagini.

Questa rivoluzione, già in atto nei flussi di lavoro dei fotografi professionisti e dei content creator, pone interrogativi importanti anche in ambito formativo. All’Istituto Rizzoli di Milano, nei corsi di Grafica, Comunicazione visiva e Videomaking, l’IA applicata alla fotografia viene affrontata in modo trasversale: come strumento tecnico, come fenomeno culturale e come linguaggio da decostruire e governare.

Cos’è l’intelligenza artificiale nella fotografia?

Nel contesto fotografico, l’IA si applica attraverso una serie di tecnologie che permettono ai software di “interpretare” le immagini, analizzarne il contenuto e compiere azioni automatiche o semi-automatiche, ad esempio:

  • Computer vision: i software riconoscono oggetti, volti, espressioni, scene e li categorizzano.
  • Machine learning: attraverso dataset fotografici, gli algoritmi imparano a riconoscere pattern visivi e a suggerire modifiche coerenti.
  • Image enhancement: miglioramento della qualità dell’immagine (es. riduzione del rumore, upscaling, correzione del colore) tramite reti neurali addestrate.
  • Generative AI: creazione di immagini fotorealistiche da input testuali (prompt) attraverso modelli come GAN, diffusion models (es. DALL-E, MidJourney, Stable Diffusion).
  • Style transfer e morphing: applicazione automatica di stili visivi, texture o effetti su fotografie esistenti.

Tutte queste tecnologie trovano applicazione in software come Adobe Photoshop (Generative Fill), Luminar Neo, Topaz Photo AI, Canva AI, ma anche nelle fotocamere di fascia alta e negli smartphone di ultima generazione.

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Implicazioni tecniche e concettuali per la didattica

Per uno studente, comprendere l’impatto dell’IA nella fotografia significa imparare a:

  • valutare criticamente l’autenticità di un’immagine: imparare a capire se un’immagine è reale, manipolata o generata da un algoritmo, sviluppando un occhio attento e consapevole;
  • usare strumenti AI-aware per velocizzare il proprio workflow, senza perdere il controllo creativo: sfruttare l’intelligenza artificiale per automatizzare alcune fasi tecniche, come il ritocco o la correzione dei colori, mantenendo però la propria visione artistica;
  • distinguere tra miglioramento e alterazione, tra rappresentazione e simulazione: capire la differenza tra migliorare una foto per renderla più chiara e alterarla fino a creare un’immagine che simula la realtà in modo artificiale;
  • progettare un’immagine a partire da un’idea, integrando scatto, editing e generazione AI: saper costruire un progetto fotografico completo, dall’ideazione al risultato finale, combinando tecniche tradizionali e strumenti digitali avanzati.

All’Istituto Rizzoli, il percorso didattico prevede l’integrazione di queste competenze in diversi moduli. Per esempio nei laboratori di fotografia digitale, dove si approfondisce l’uso delle DSLR/Mirrorless e si analizzano le componenti tecniche dell’immagine (ISO, tempo, diaframma, ottiche); nelle lezioni di grafica editoriale e advertising, dove si applicano strumenti di fotomanipolazione e compositing con e senza AI; e infine nei moduli di post-produzione video e motion graphic, dove l’IA interviene per stabilizzazione, color grading automatizzato, creazione di ambientazioni o effetti visivi.

L’intelligenza artificiale non sostituisce la fotografia: la espande

Uno dei pilastri della didattica al Rizzoli è l’idea che l’IA non sostituisca il gesto fotografico, ma lo amplifichi. Un’immagine creata da un prompt è qualitativamente diversa da uno scatto mediato da uno sguardo, da un’emozione, da una relazione con il soggetto. Tuttavia, le immagini ibride nate dalla fusione tra scatto e generazione AI rappresentano una nuova forma espressiva, che merita di essere esplorata.

Per questo motivo, l’Istituto Rizzoli promuove una formazione che sia al tempo stesso tecnica, teorica e critica. Tecnica, perché insegna a padroneggiare software e hardware fotografici; teorica, perché mette in relazione fotografia, linguaggi visivi e nuove tecnologie; critica, perché invita a riflettere sul senso, sull’etica e sulla cultura dell’immagine nell’era dell’automazione.

Competenze del futuro: tra fotografia, IA e comunicazione visiva

Nel mondo del lavoro, le competenze richieste a un giovane professionista dell’immagine non si limitano più a “sapere usare Photoshop” o “scattare belle foto”. Si parla oggi di:

  • Fotografia con il supporto dell’intelligenza artificiale: conoscere e utilizzare gli strumenti che velocizzano i processi creativi senza annullarne la visione personale.
  • Progettazione di contenuti per più canali: saper creare immagini adatte al web, ai social, alla stampa e alla comunicazione pubblicitaria;
  • Raccontare storie attraverso i dati: sviluppare immagini che non siano solo estetiche, ma capaci di trasmettere messaggi fondati su informazioni concrete.
  • Immagini ottimizzate per il digitale (UX imaging): produrre immagini pensate per essere fruite in modo immediato e chiaro su siti, app e interfacce.
  • Etica dell’immagine e diritto d’autore nell’era AI: riflettere sulle conseguenze culturali e legali dell’uso delle immagini nell’era dell’IA.
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Il percorso formativo al Rizzoli integra questi aspetti preparando figure professionali versatili, capaci di gestire la fotografia come linguaggio tecnico, creativo e strategico. In un mondo in cui le immagini sono onnipresenti e spesso indistinguibili tra reali e artificiali, formare fotografi capaci di dominare le tecnologie, senza esserne dominati, è una missione formativa imprescindibile. L’Istituto Rizzoli risponde a questa sfida con un’offerta formativa aggiornata, integrata e attenta alla complessità del mondo visivo contemporaneo.